domenica 12 ottobre 2008

crunch crunch

Sarebbe il caso di discutere di alcune reazioni isteriche degli ultraliberisti, quasi che la crisi fosse colpa di chi aveva nutrito qualche dubbio sull'eccessiva finanziarizzazione del sistema. Reazioni isteriche visto che nessuna persona sana di mente pensa che sia in corso la morte del capitalismo: semplicemente che qualche ripensamento vada effettuato. Le differenti posizioni dipendono dalla misura del cambiamento che si pensa dovrà essere fatto: e tra questi in effetti vi è da discutere il ruolo che gli Stati giocheranno nei prossimi anni, visto che questi ne usciranno probabilmente rafforzati.
Certo è che se gli stati immettono consistenti liquidità per salvare il sistema qualcosa se la prenderanno: fatte le debite proporzioni, chiedere che non tocchino nulla mi suona come la richiesta di un generale sconfitto di conservare lo status quo ante perchè cmq l'idea che lo muoveva era più giusta di quella dei suoi avversari. Per rimanere nella metafora bellica, esistono però paci giuste e paci inique, che sono notoriamente rischiose.
L'affossamento del mercato sarebbe sicuramente iniquo, oltre che stupido. Ma da ignorante chiedo agli "economisti", che immagino piuttosto affaccendati, se pensano abbia senso rispolverare l'idea di una tassa microscopica su tutte le transazioni (o magari solo su una parte) per costituire un grosso fondo di garanzia indipendente: quando ero ggggiovane si chiamava tobin tax e veniva immaginata per vari scopi, ora potrebbe forse essere uno delle clausole dell'armistizio tra Stato e mercato.

ps. non per menarmela, ma della clausola salva-manager, su cui si è fatto bello tremonti, avevo dato notizia il 9 settembre (qualche post in basso), quando era riferita solo ad alitalia. Giusto per dire che sembra strano che nessuno ne fosse a conoscenza